Alberto Tarallo e l’AresGate, Donatella Rettore lo difende: «Buono e affettuoso»

Alberto Tarallo è Lucifero oppure no? Le parole dei suoi vecchi collaboratori potrebbero scagionarlo dalle accuse shock.

Alberto Tarallo è ormai Lucifero per tutta Italia; il produttore televisivo coinvolto nell’AresGate sarebbe una persona malvagia e sinistra, almeno a detta dei suoi vecchi collaboratori fra cui Adua Del Vesco, Massimiliano Morra e molti altri. Roberto Alessi ha però voluto omaggiare quest’uomo e in un lungo articolo per Libero Quotidiano ha parlato del lato sconosciuto di Tarallo che sembrerebbe tutto meno che oscuro.

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Chi è davvero Alberto Tarallo?

Roberto Alessi inizia il suo articolo scostandosi dalle parole dei due gieffini, Del Vesco e Morra:

Adua con Tarallo ha fatto sette fiction, Morra altrettante, entrambi non hanno lavorato per nessun altro produttore. E oggi al GF Vip lo accusano e vanno giù pesanti.

Il pezzo continua poi citando diversi personaggi famosi che si sono schierati in difesa di Alberto Tarallo, fra cui Donatella Rettore. Ecco la sua dichiarazione:

Alberto Tarallo? Un fratellone, anche se ci siano persi da tanto. Ma puoi immaginare? Tarallo alle prese con le messe nere? Me lo ricordo, era un fratellone, buono, affettuoso.

Anche Enrico Lucherini, capo ufficio stampa della Ares Film, ha voluto rendere omaggio a Tarallo:

Setta? Lucifero? Istigazione al suicidio? Un’assurdità. Andavo spesso da loro, non vivevo da loro, certo, ma possibile che non mi sia accorto di nulla?

Giovanni Ciacci difende Tarallo

Giovanni Ciacci, opinionista di Ogni Mattina, difende Alberto Tarallo a spada tratta:

Tutto ciò è una vergogna. Probabilmente sarà stato tremendo lavorare con lui, pretendeva da quei ragazzi e ragazze che trovava in giro, il massimo, proibendo loro di vivere come erano abituati, e tentava di trasformarli in attori professionisti.

E infine le parole di Roberto Alessi, anche lui per niente convinto delle accuse mosse dai due gieffini nei confronti del produttore televisivo:

Non lo sento dall’inizio degli anni Novanta. Sarà cambiato, certo, ed eravamo ormai più che scollati, visto che non ha mai voluto parlare con me (l’ho chiamato e gli ho scritto) nemmeno del suicidio di Teo, ma è possibile che quello che mi sembrava un uomo perennemente impegnato, perfino triste, quotidianamente alle prese con diete sempre traditrici, che si era creato un suo gruppo di lavoro ristrettissimo, una sorta di famiglia in cui nessuno era ammesso, sia diventato una sorta di Lucifero a capo di una setta?

E proprio su queste ultime dichiarazioni vorremmo soffermarci: dalle parole di Ciacci si evince quindi che sia vero che Tarallo fosse forse una specie di despota che pretendeva il massimo dai suoi talenti, senza però permettere loro di avere una propria vita privata e gestita secondo i loro gusti e necessità. E ancora, dopo la rivelazione di Alessi, ci viene da chiederci perché non dubitare di questo “gruppo di lavoro ristrettissimo”? L’AresGate non è certo finito qui.

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