Sanremo 2022, Selvaggia Lucarelli ha scritto il monologo di Sabrina Ferilli: testo e video

Il monologo di Sabrina Ferilli per Sanremo 2022 è stato scritto da Selvaggia Lucarelli. Ma cosa diceva l'attrice romana?

Sabrina Ferilli è stata molto apprezzata durante il Festival di Sanremo 2022; il suo monologo irriverente e ironico è stato uno dei più amati di questa edizione del grande show e a distanza di qualche giorno, Selvaggia Lucarelli è arrivata a prendersene il merito.

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Selvaggia Lucarelli ha scritto il monologo di Sabrina Ferilli

Selvaggia Lucarelli, tramite un post su Instagram, ha svelato di esserci proprio lei dietro il monologo di Sabrina Ferilli. Così, sul suo profilo, leggiamo:

Adesso che il volume è più basso e le luci sono spente, ringrazio Sabrina Ferilli per la fiducia che mi ha dato. È stato bello aiutarla a trovare le parole per dare il giusto vestito ai SUOI pensieri limpidi e mai banali. Ripeto, ai SUOI pensieri, perché fin da subito ha detto, lei: io voglio portare leggerezza. Ti meriti tutto cara Sabrina Ferilli! (questo post è concordato con lei, no dietrologie please) 💓

Il testo

Il monologo di Sabrina Ferilli, scritto da Selvaggia Lucarelli, recitava così:

Volevo tranquillizzare tutti. Vi vedo sull’attenti, pieni di preoccupazione per ciò che sto per dire. Rilassatevi. Ho una notizia da darvi. Non ho un monologo. Mi hanno detto di andare a Sanremo e farne uno. Sono due anni, però, che facciamo monologhi dentro casa, chiusi, soli, col lockdown. Non ho niente contro i monologhi. Le mie colleghe hanno detto delle cose splendide e importanti. Le ho applaudite. Io però il monologo non ce l’ho. Ho pensato molto a cosa dire, a quale grande tema scomodare, di quale tragedia parlarvi, ma non ne ho trovato uno giusto, o forse sono già stati tutti trattati in passato. Mi hanno detto di parlare di famiglia, di donne che fanno tanto per mandarle avanti. Hanno figli, lavorano, educano. È roba articolata ma io figli non ne ho. Sono un’attrice avviata e ho pure un marito benestante. Perché devo andare a tutti sulle palle così, de botto. Chi me lo fa fare. Mi hanno detto di parlare di uomini. Non va bene che abbiano ancora il potere di decidere anche per noi donne. Ricoprono tutti i ruoli di comando nel lavoro. Bella idea, chiedo se posso fare questo monologo sugli uomini agli uomini che comandano. Non mi pareva il caso.

E ancora, il monologo di Sabrina Ferilli continuava così:

Mi hanno consigliato di parlare di bellezza. Non quella dell’asino, ma quella profonda e interiore, dell’imperfezione. Ma io sono quattro giorni che mangio radici per entrare in questo vestito. Bisogna essere credibili. La bellezza capita, dicevano, ma ci si lavora anche parecchio. Mi hanno suggerito di parlare di amori troppo asfissianti, di dipendenze amorose. Ma qui che Amedeo che sui social ha il profilo di coppia con Giovanna, che vuoi dire. Meglio sorvolare su questa tema, no? Se non sono dipendenze queste. C’è poi Morandi, che senza Anna neanche sa mettere un post su Instagram e a momenti si fa squalificare da Sanremo. Mi hanno detto di parlare di femminismo, di body positivity, di mansplaining, di schwa. Per parlare di questi temi c’è bisogno di chi si sporca le mani tutti i giorni da palcoscenici un po’ meno scintillanti di questo, chi queste cose le studia seriamente.

Infine, il monologo scritto da Selvaggia Lucarelli per Sabrina Ferilli chiosava in questo modo:

Io sono rispettosa delle competenze altrui, altrimenti nel sottopancia mi sarei fatta scrivere attrice, virologa, allenatrice di calcio, esperta di calamità naturali, di tutti i temi dell’italiano medio sui social. Sanno parlare di tutto. E poi mi hanno detto di parlare di riscaldamento della Terra, di sovrappopolazione e disparità salariale. Alla fine mi sono detta ma perché la mia presenza deve essere legata a un problema. Non basto io? Perché cercare un senso oltre quello che sono e che faccio. Sono io il mio monologo. La mia storia, le mie scelte, i miei affetti, la mia professione, la mia tenacia, con cui mi sono presa quello che mi dovevo prendere sono le cose migliori che mi possano accompagnare su questo palco e che possano accompagnare ogni donna, ovunque, la nostra storia. Ho scelto questa strada ma non è che non sappia cosa succede. L’ho scelta perché, come scrisse Italo Calvino, in tempi così pesanti bisogna saper planare sulle cose con leggerezza, senza macigni sul cuore, perché la leggerezza non è superficialità.

Il video

Di seguito un estratto del monologo della Ferilli scritto dalla Lucarelli:

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